Con
questa rappresentazione si vuole "far
memoria" in modo concreto di un fatto storico avvenuto a
Cassano nel 1480: lo sposalizio di Fioralliso, figlia di Bartolomeo Borro,
castellano della Rocca con il nobile milanese Augustino Triulzio, come risulta
dalle lettere ducali degli Sforza conservate presso l'Archivio di Stato di
Milano.
Il periodo storico che
stiamo rivivendo, il 1400, è "l'età del ferro" caratterizzato da
azioni gagliarde e infami atrocità.
In quest'epoca,
lacerata da continue guerre, in cui le armi sembrano scandire il vivere umano,
vi sono eventi meno noti e guerreschi come il matrimonio di Fioralliso che
riguarda la sfera degli affetti e dei sentimenti. La giovane, figlia del
castellano della Rocca di Cassano "Bartolomeo Borro", si unirà in
matrimonio con Augustino Triulzio, nobile milanese.
Rifacendoci al dipinto
TRIONFO D'AMORE attribuito al BEMBO, esposto nella PINACOTECA dell' ACCADEMIA
CARRARA di Bergamo, si vuole ricostruire il corteo
nuziale dei due sposi con lo scopo di metterne in evidenza i simboli e
comprenderne il loro significato, anche per mezzo del CASSONE da NOZZE, trasportato dai
2 paggi.
È un mobile in legno
con coperchio, decorato con dipinti raffiguranti episodi di vita quotidiana o
scene riferite al matrimonio, come in un documentario attuale. Contiene il
corredo della figlia di Bartolomeo Borro: sono vestiti e tessuti in broccato
d'oro e d'argento. I tessuti riccamente decorati sono usati anche come merce di
scambio. Gli scomparti di questo cassone riproducono i dipinti del pittore
Francesco di Stefano, che raffigurano la storia di Gualtieri, marchese di
Saluzzo e della bella, ma umile Griselda che, sposatasi senza dote, subirà dal
marito una serie di ingiustizie volutamente commesse per metterla alla prova, ma
alla fine, l'inesauribile pazienza di Griselda verrà premiata. Il suo
comportamento doveva servire da esempio alle giovani spose del tempo.
Come era uso ai
tempi, il corteo della sposa era composto da personaggi riccamente vestiti
e appartenenti ad alte categorie sociali: dame, paggi, dignitari. Il corteo era,
poi, solitamente chiuso dai genitori della sposa; nel nostro caso,
da Bartolomeo Borro e dalla moglie.
Tutti coloro che costituivano il corteo della sposa avevano le mani legate da un nastro di velluto rosso: che, a quei tempi, era un chiaro accenno ai vincoli d'amore. Prima del rito matrimoniale, questi lacci simbolici vengono sciolti per contrarre in chiesa, davanti al sacerdote, quell'unione indissolubile che legherà gli sposi per tutta la vita.